Internazionalizzazione alla portata di un click

Sfruttare al meglio gli strumenti della digital economy per approcciarsi all’export zone

Approcciarsi ai mercati internazionali può sembrare un salto nel buio, percepito come un rischio troppo alto specie per chi è alla prima esperienza imprenditoriale. In realtà esistono diversi strumenti a disposizione di chi ha il coraggio di fare quel salto quantico verso la cosiddetta “export zone” e tutti fanno capo ad un unico settore: la digital economy.

Export e Digital: quali sono i vantaggi?

Entrare in contatto con le logiche della digital economy consente alle imprese di puntare a nuove e diverse prospettive, e di operare su più mercati nello stesso momento. L’obiettivo primario è quello di aumentare il proprio parco contatti, convertirli in clienti effettivi e di conseguenza incrementare il proprio fatturato. 

L’attività di internazionalizzazione attraverso lo strumento del digital marketing e soprattutto di una digital strategy permette di:

  • Abbattere notevolmente i costi
  • Raccogliere un numero elevato di contatti operando su più fronti
  • Essere presenti su più mercati contemporaneamente
  • Ottenere un rientro economico più veloce e sicuro

Durante un processo di internazionalizzazione volto all’export del proprio prodotto, l’attività di digital marketing prevede:

  • Creare la propria reputazione internazionale (International Web Reputation)
  • Ottenere un buon posizionamento sui motori di ricerca stranieri (SEO Engineering)
  • Entrare in contatto diretto con i potenziali clienti stranieri (Lead Generation)

Qual è il primo passo per una valida strategia internazionale?

Le ricerche di mercato e le informazioni di settore sono gli strumenti di base per definire lo scheletro di una strategia internazionale di valore, in modo da individuare il giusto bacino di pubblico da cui attingere, nel corso dell’attività di internazionalizzazione della propria impresa

Collegare le imprese al resto del mondo mediante strategie dinamiche ed efficaci di posizionamento web, fatte di contenuti e di soluzioni innovative è l’obiettivo, ma il primo passo per una valida strategia digitale è sicuramente lo studio del mercato.

È fondamentale conoscere bene i propri mercati: da quello di partenza a quelli di arrivo, è come imparare una nuova lingua; conoscere il modo di pensare di una cultura diversa dalla nostra, le abitudini di consumo e la percezione del nostro prodotto è sicuramente la chiave per “leggere” i nostri potenziali clienti ed attirare in maniera più diretta la loro attenzione. 

Basti pensare a quanto sono diverse le tradizioni e la stessa lingua parlata tra due regioni italiane anche vicine tra loro; è facile, quindi, comprendere quanto potranno essere diverse le percezioni di un consumatore o di un grande distributore, che si trova in una nazione diversa dalla nostra e si approccia ai nostri prodotti.

Export internazionale: starter pack

Una digital strategy è quindi la dotazione di partenza per iniziare il processo di internazionalizzazione della propria impresa; un abito cucito su misura, da sfoggiare sui propri mercati di sbocco, per farsi notare dai propri clienti ed entrarci in contatto in modo diretto.

Sfruttare il web in modo strategico ha innumerevoli vantaggi, primo fra tutti un approccio semplice e sicuro, privo di rallentamenti burocratici e assolutamente conveniente, specialmente in termini di costi per le aziende, considerando anche le numerose agevolazioni statali, previste per chi vuole intraprendere un’attività di internazionalizzazione


Consulenza e approcci multicanale

Essere sempre attivi ed in movimento, restare sempre aggiornati sui trend di settore e dei propri mercati esteri è un lavoro costante, che va intrapreso nel momento in cui ci si approccia all’export internazionale e che non va mai interrotto, nel corso della propria attività all’estero.

Un vantaggio è sicuramente quello di potersi affidare a consulenti esperti direttamente nei mercati di sbocco, che possano non solo aggiornare ed indirizzare un’impresa verso la strada giusta, ma anche controllare “dall’interno” l’andamento di settore e del consumo.